don Giovanni Minzoni

UN EROICO MARTIRE DEL FASCISMO: Don Giovanni Minzoni (1885-1923).   

Don Giovanni Minzoni, insieme ad altre opere sociali e giovanili, aveva lanciato nella parrocchia di Argenta (Ravenna) tre mesi prima della morte, gli Esploratori: una grande novità nell’Italia di allora. Fu uno dei primi Assistenti Scout. A qualcuno dispiaceva l’operato di don Giovanni. Non mancarono le minacce, più o meno violente: tentarono perfino d’incendiargli il circolo cattolico. Di notte, a più riprese, i fascisti argentani andarono a cantargli il “Requiem” e il “De profundis” sotto le finestre della canonica, ma egli continuò deciso il suo lavoro apostolico.

Nel luglio 1923, un mese prima della morte, l’Assistente Regionale degli Scout fu chiamato ad Argenta per tenere una conferenza pubblica nel teatro del circolo cattolico. Monsignor Emilio Faggioli era stato chiamato apposta da Bologna da Don Minzoni, per parlare degli Esploratori. Don Giovanni lo presentò al pubblico che gremiva la sala e gli diede la parola. Monsignor Faggioli spiegò le finalità dello scautismo: “Attraverso questo tirocinio e disciplina della volontà e del corpo - disse fra l’altro l’oratore - noi intendiamo formare degli uomini di carattere...”.

Dalla galleria una voce interruppe per dire: “C’è già Mussolini!”. L’interruzione minacciosa creò subito una fenditura nell’ambiente mentre don Minzoni, alzatosi da mezzo il pubblico, si sentì istintivamente portato dalla sua irruenza romagnola verso il luogo donde era uscita la voce. Monsignor Faggioli intanto rispondeva che lo scautismo agisce al di sopra e all’infuori della fazione politica e continuava la relazione tra la compatta unanimità degli ascoltatori, soprattutto giovani, che reagivano battendogli calorosamente le mani.

“Vedrete da oggi - terminò l’oratore - lungo le vostre strade i giovani esploratori col largo cappello in testa ed il giglio sul cuore. Guardate con simpatia questi ragazzi che percorreranno cantando la larga piazza d’Argenta...”. “In piazza non verranno”, interruppe di nuovo la voce del segretario del fascio locale dalla galleria. Ma questa volta rispose don Minzoni stesso: “Finché c’è don Giovanni, verranno anche in piazza!”. L’applauso immenso dei suoi giovani troncò il dialogo.

Poco più  di un mese dopo, il 23 agosto 1923, due sicari lo sorpresero per le vie di Argenta di sera, insieme ad un giovane del suo gruppo. Gli fracassarono il cranio a randellate. Morì un’ora dopo. Aveva scritto nel suo diario: “A cuore aperto, con la preghiera che spero non si spegnerà sul mio labbro per i miei persecutori, attendo la bufera, la persecuzione, forse la morte per il trionfo della causa di Cristo… la religione non ammette servilismi, ma il martirio”.

Un articolista [nel 1973] è riuscito a rintracciare anche Enrico Bondanelli, il giovane che venne aggredito insieme a don Minzoni e si salvò la vita solo perché le legnate furono attutite dalla paglietta che portava in testa. 

Interrogato sulle cause dell’aggressione a Don Minzoni ha dato queste spiegazioni: “...Per me l’arciprete era solo un uomo che detestava la violenza da qualunque parte venisse e che non tollerava le imposizioni nemmeno dai fascisti. La causa della sua tragica morte è stata il contrasto insanabile sorto con i fascisti sulla educazione della gioventù d’Argenta. Il partito fascista aveva fondato in quegli anni l’Opera Balilla ma i ragazzi ed i giovani d’Argenta preferivano iscriversi all’associazione degli Esploratori e al Circolo cattolico istituiti da don Minzoni. Lo smacco provocò il risentimento dei fascisti argentani e poiché l’arciprete non intendeva cedere, decisero di impartirgli una lezione, secondo il loro costume. La lezione fu tale che lo mandarono all’altro mondo”.

Nel Marzo 2023, il Dicastero per le Cause dei Santi ha dato il "via libera" alla causa di beatificazione di don Minzoni: postulatore della causa sarà padre Gianni Festa, domenicano, già postulatore generale dell’Ordine dei predicatori; lo affiancheranno, a livello diocesano, don Rosino Gabbiadini, parroco di San Vitale e vice-postulatore e don Alberto Brunelli, vicario generale della diocesi di Ravenna-Cervia. A promuovere la causa di beatificazione di don Minzoni, con la diocesi di Ravenna-Cervia, si sono attivamente impegnati, e continuano a farlo, il MASCI (adulti scout cattolici), l'AGESCI e Scout d'Europa-FSE. 

Il 23 Agosto 2023, il cardinale Zuppi celebra una messa nel Duomo di San Nicolò ad Argenta e ricorda il sacerdote che nella notte dei totalitarismi ha continuato a farci credere nella luce. Il 7 ottobre l’apertura dell’inchiesta diocesana della causa di beatificazione. Di seguito una serie di collegamenti relativi alla giornata nella quale si è celebrata la figura e l'opera del Don, nel centenario del suo assassinio per mano fascista (link 1, 2, 3, 4, TGR Emilia-Romagna, TG2000) e le fotografie più significative della Santa Messa del centenario.

Vedi "Oltre la bufera", film su Raiplay (https://bityl.co/Dt2u).
Vedi lo sceneggiato Rai "Delitto di regime: il caso Don Minzoni" (link 1, 2, 3, 4).
Ascolta su Raiplaysound (https://bityl.co/Dt2w) "Wikiradio - Rai Radio 3, Don Giovanni Minzoni" (la notte del 23 agosto 1923, in seguito all'aggressione di due squadristi, muore ad Argenta, in provincia di Ferrara, don Giovanni Minzoni - con Alberto Preti).
Visualizza questa playlist su YouTube: https://ytube.io/3ecq
Infine:
consulta la voce a lui dedicata su Cathopedia: https://it.cathopedia.org/wiki/Giovanni_Minzoni,
leggi il numero monografico di Argomenti (1/24) Periodico di Cultura Scout e di Educazione Permanente degli Adulti: Don Giovanni Minzoni, Maestro di libertà e verità,
leggi la lettera scritta da Don Giovanni al gerarca fascista prima di essere ucciso (alle pagine 4 e 5 de "Il Galletto" di Agesci Emi.Ro. n°2/2022),
leggi il numero monografico de "Il Galletto" di Agesci Emi.Ro. n°2/2023.